mercoledì 30 ottobre ore 18.15
Prolusione inaugurale
Mons. Marino Poggi
Pro Vicario Generale e Direttore della Caritas Diocesana
Autunno in Oratorio IX Edizione – Prolusione inaugurale
Anno 2013-2014Luogo Oratorio San Filippo
mercoledì 30 ottobre ore 18.15
Prolusione inaugurale
Mons. Marino Poggi
Pro Vicario Generale e Direttore della Caritas Diocesana
Audio Completo
sabato 18 maggio ore 16.45
Gershwin e i precursori del Jazz
Alessandro Melizzi, chitarra
Tiziana Baggetta, voce
Andrea Antolini, pianoforte
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sabato 11 maggio ore 16.45
Blues evolution
Ligurian Sea
in collaborazione con ENTEL/Mcl
Audio Completo
La speranza oltre la morte:
fede cristiana e destino dell’uomo
Catechesi Quaresimale
di p. Mauro De Gioia d.O.
Ritiro conclusivo
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La speranza oltre la morte:
fede cristiana e destino dell’uomo
Catechesi Quaresimale
di p. Mauro De Gioia d.O.
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La speranza oltre la morte:
fede cristiana e destino dell’uomo
Catechesi Quaresimale
di p. Mauro De Gioia d.O.
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La speranza oltre la morte:
fede cristiana e destino dell’uomo
Catechesi Quaresimale
di p. Mauro De Gioia d.O.
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La speranza oltre la morte:
fede cristiana e destino dell’uomo
Catechesi Quaresimale
di p. Mauro De Gioia d.O.
Jacopo da Varagine e le radici d’Europa
In tempi come i nostri, in cui l’Europa fatica a dare ragione di sé, credo sia utile tirare fuori dal cassetto il mai vetusto tema delle radici, non tanto per crogiolarsi nella nostalgia di ciò che “avremmo potuto essere” ma per rifondare su basi più solide ciò che “potremmo (e dovremmo) tornare ad essere”. Un modo relativamente semplice per farlo è individuare quei dieci o venti libri che stanno alla base del nostro sentire europeo. Tra questi, la “Legenda aurea”, straordinaria raccolta di vite di santi composta dal domenicano genovese Jacopo da Varagine nella seconda metà del XIII secolo, occupa senza dubbio un posto di riguardo.
Di questo pilastro della nostra cultura – siamo di fronte ad un autentico “bestseller” del tardo Medioevo: il numero degli esemplari manoscritti in cui ci è giunto, comprese le traduzioni nei principali vernacoli italiani ed europei, è infatti secondo soltanto alla Bibbia – ha dato conto sabato 15 dicembre, presso l’Oratorio di San Filippo Neri, la prof. ssa Sandra Isetta, docente di Letteratura cristiana antica presso l’Università degli Studi di Genova, nell’ambito della rassegna “Sermones 2012. Il Vangelo a Genova: storie di Fede” (che conclude il suo ciclo annuale dando appuntamento all’anno prossimo). Giovandosi della voce dell’attore Pietro Fabbri, che ha letto alcuni brani dell’opera, della ricchezza del canto gregoriano, che ha fatto da cornice all’intervento, nonché dell’immeritata presenza del sottoscritto nelle vesti di moderatore, la relatrice ha illustrato le vicende della vita di Jacopo e i molti segreti della sua opera più nota.
Che fosse di Varazze, non è certo. Anzi, è stata ampiamente dimostrata la presenza a Genova di una famiglia proveniente dalla Riviera che aveva ormai adottato la specificazione “da Varagine” in senso cognominale. Jacopo, dunque, nacque probabilmente a Genova tra il 1228 e il 1229. Nel 1244, ancora adolescente, entrò nel convento di San Domenico, demolito due secoli fa per dare posto al teatro Carlo Felice, indossando l’abito bianco e nero del grande canonico di Osma. Da buon genovese – e sappiamo quanto i Genovesi fossero allora “per il mondo destexi” – trascorse poco tempo nella sua città: nel 1267 gli fu affidato l’ufficio di priore della provincia domenicana di Lombardia, carica di assoluto prestigio che mantenne per circa un decennio e poi ancora tra il 1281 e il 1286, e che lo costrinse a lunghi viaggi tra l’Italia settentrionale, l’Emilia e il Piceno. Tra il 1283 e il 1285 esercitò anche le funzioni di reggente dell’Ordine dopo la morte di Giovanni da Vercelli. Nel 1292, per volere di papa Niccolò IV, fu infine elevato alla cattedra arcivescovile genovese, che resse sino alla morte, avvenuta il 13 o 14 luglio 1298.
La “Legenda aurea” – ha sottolineato la prof. ssa Isetta – può considerarsi una vera e propria “summa de tempore”, pari a quella di Tommaso d’Aquino (suo contemporaneo). Essa costituisce una meditazione non tanto sul tempo cronologico ma su quello del rapporto tra Dio e l’uomo. Jacopo suddivide le biografie dei santi lungo l’anno liturgico, unendo pertanto il “santorale” al “temporale”, dando in un certo senso avvio al moderno calendario. Anche se, beninteso, non siamo affatto di fronte a un calendario in quanto tale; tantomeno ad un catalogo agiografico. Grande attenzione è infatti posta alla dimensione escatologica. L’autore divide l’intera storia umana in quattro epoche: il tempo della deviazione, da Adamo a Mosé; il tempo del rinnovamento, da Mosé alla nascita di Cristo; il tempo della riconciliazione, da Pasqua a Pentecoste; il tempo della peregrinazione, quello della vita presente, “nel quale siamo come pellegrini in battaglia”. Il suo intento è quello di mostrare il modo in cui il Cristianesimo, attraverso i suoi santi, le sue feste e le sue solennità, ha saputo strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana.
Un’opera elaborata, dunque. Certamente non un lavoro di critica storica, come avrebbero voluto i gesuiti bollandisti, studiosi delle biografie santorali, i quali in età moderna la condannarono senz’appello come “leggenda non d’oro, bensì di piombo”. Oggi è in atto un’autentica rivalutazione, a partire dal recente volume di Jacque Le Goff “A la recherche du temps sacré. Jacques de Voragine et la Légende dorée” (Paris, Perrin, 2011), il titolo della cui edizione italiana (“Il tempo sacro dell’uomo. La ‘Legenda aurea’ di Jacopo da Varazze”, Roma-Bari, Laterza, 2012) non rende giustizia alla sfumatura “proustiana” di quello francese. Il ché non vuole certo indicare che la sua lettura è da considerarsi “tempo perduto”: senza conoscere la “Legenda aurea” non è nemmeno lontanamente possibile immaginare di poter apprezzare i molti episodi di vite di santi effigiati nelle nostre chiese dagli artisti tre-quattrocenteschi che ad essa si sono ispirati. E’ dunque nostro compito adoperarci per riscoprire questo testo, e va dato atto a Sandra Isetta d’essersi impegnata in questo senso. La nostra cara Europa – Europa di santi e mercanti, di viaggi e pellegrinaggi, di cattedrali e porziuncole – ci parrà un po’ meno sconosciuta.
Antonio Musarra
8 dicembre 2004 – 8 dicembre 2012
Il Concerto per l’Immacolata scandisce quest’anno l’ottavo anniversario della riapertura dell’Oratorio, e consolida un cammino di sempre nuova riscoperta della fonte di ogni bellezza e verità.
Quest’anno – come riportato nella sintesi allegata – ha visto l’ulteriore consolidamento di rassegne ormai classiche, e ha avuto il suo apice nel ciclo di conferenze dei Sermones, “conversazioni su fede, attualità e cultura”. I Sermones, che fanno parte del nostro contributo al dibattito culturale cittadino e si integrano nel Progetto Culturale promosso dalla Chiesa Italiana, hanno visto quest’anno la presenza di un nutrito pubblico che ha confermato l’importanza ed oserei dire, l’urgenza, del tema da noi scelto: il Vangelo a Genova, storie di Fede. In consonanza con l’anno della fede proposto dal Santo Padre Benedetto XVI e tenendoci lontani dalla semplice agiografia ci siamo confrontati apertamente con con la vita e l’esperienza di chi, prima di noi, ha incontrato e vissuto, incarnandolo nella propria vita, quel Mistero profondo che per noi cristiani ha il volto di un Padre ed il calore di un abbraccio materno.
Accanto al lavoro per le tante manifestazioni, organizzate e ospitate, e per assicurare la disponibilità dell’Oratorio per le visite, c’è poi stata l’attività di solidarietà. In collaborazione sempre più stretta con il Banco Alimentare, anche grazie al prezioso aiuto dei giovani del nostro Oratorio, abbiamo continuato a seguire alcune famiglie in difficoltà; oltre al nostro appoggio ai Padri Filippini per la loro opera, abbiamo collaborato con alcune iniziative di beneficenza di raccolta fondi, e promosso altre in prima persona.
Rinnoviamo inoltre l’invito a visitare il nostro sito Internet, (www.oratorium.genova.it) che è in costante crescita ed è sempre più ricco di documenti, anche audio e video, che testimoniano il nostro cammino ed offrono anche la possibilità a chi non fosse potuto essere presente di assistere agli eventi più significativi da noi realizzati.
Tutto ciò vi scriviamo per dare conto del nostro lavoro e insieme ringraziare quanti ci hanno accompagnato nei mesi trascorsi con la loro simpatia e il loro aiuto! In particolare, vogliamo rendere pubblico il ringraziamento ai volontari, agli artisti ed a tutti gli ospiti che hanno accettato i nostri inviti (in particolare a S. E. R. Mons. Palletti Vescovo di la Spezia, al coro Musica Nova, ai Maestri Faveto e Lizzio, ai fratelli Falabrino e all’Ensemble Ligurian Sea, a Padre Gabriele Ambu O.f.m. Cap, alla Prof.ssa Maria Stella Rollandi, alla Prof.ssa Sandra Isetta, al Dott. Davide Gandini).
La nostra Associazione e le attività che promuoviamo si reggono soprattutto sul volontariato e pertanto facciamo appello alla vostra generosità per chiedere il vostro sostegno economico: le opere di solidarietà, come pure le tante manifestazioni (sempre a ingresso gratuito…) sono rese possibili dagli aiuti che riceviamo.
VI invitiamo ad utilizzare un bollettino di CCP (n° 75957357, intestato a “Associazione Oratorium”, con causale “donazione liberale a Oratorium onlus”), ricordando che queste erogazioni
liberali sono fiscalmente deducibili/detraibili.
C’è poi la possibilità di destinare il 5×1000 attraverso la preferenza che – senza alcun onere aggiuntivo – potrete esprimere sulla dichiarazione dei redditi indicando il nostro codice fiscale
(95080820103).
La vostra generosità ci permetterà di continuare sempre meglio nella nostra opera.
Con i nostri auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo!